Agen, Francia
13 ottobre 2014
Ai miei amati figli in tutto il mondo,
Oggi la nostra comunità monastica pratica e insegna in tutto il mondo. Abbiamo oltre 1000 monaci appartenenti a più di 30 nazionalità, e molti dei nostri giovani monaci sono occidentali. In quanto delegazione internazionale, dobbiamo considerare il modo in cui ci vestiamo: come disegniamo le nostre vesti, le nostre scarpe e i nostri cappelli. Avremmo già dovuto pensarci da tempo.
Come comunità monastica internazionale, dobbiamo avere uno stile e un aspetto più occidentale. Tutti stanno diventando più internazionali, e quindi anche noi dobbiamo essere più internazionali. Eppure, come comunità monastica radicata nella tradizione vietnamita dobbiamo ancora preservare alcuni elementi essenziali.
Soprattutto, abbiamo la veste gialla sanghati, la lunga veste marrone (áo tràng e nhật bình), il sotto veste marrone (vạt hò) e il cappello di paglia (nón lá). Il cappello di paglia, la ciotola per la questua e la lunga veste marrone sono riconosciuti in tutto il mondo. Quando qualcuno vede un monaco che li indossa, sa che il monaco ha le sue radici nella tradizione vietnamita.
Abbiamo organizzato processioni per la questua in molte città del mondo, e l’immagine del cappello di paglia, della ciotola per la questua e della lunga veste marrone è amata da molti praticanti buddhisti di tutti i continenti. Vedendo queste immagini, si pensa immediatamente alle pratiche della nostra tradizione. Purtroppo, oggi in Vietnam ci sono molti monaci buddhisti che si vestono con abiti gialli e colorati, e l’immagine familiare dei tradizionali abiti lunghi marroni, che rappresentano la semplicità della vita rurale, va scomparendo.
Il cappello di paglia, anche se molto bello, è piuttosto ingombrante, e molti monaci e monache tendono a preferire un cappello di stoffa. Dovremmo progettare un cappello monastico simile a quello, che possa essere indossato sia dai monaci sia dalle monache.
Il fazzoletto che indossano le monache ha origine nel nord del Vietnam, e in passato anche i monaci del nord lo indossavano quando faceva freddo. Questo fazzoletto marrone è molto semplice e molto bello, e dovremmo mantenerlo.
Prima di tutto, ora è necessario creare delle vesti che i monaci e le monache possano indossare durante la meditazione del lavoro. Durante il lavoro, non dovremmo indossare le vesti lunghe (áo tràng o nhật bình).
I nuovi abiti da lavoro devono essere corti e semplici, e le maniche devono essere abbastanza corte da non intralciare il lavoro. Sia che si tratti di falciare il prato, di lavorare in giardino, di cucinare, di lavare, di pulire, di innaffiare le piante, di tagliare la legna, di zappare il terreno, di mescolare il cemento, di guidare trattori e camion… non abbiamo bisogno di indossare le vesti lunghe. È molto scomodo. Dovremmo toglierci le vesti lunghe e indossare abiti da lavoro prima di iniziare a lavorare. Quando abbiamo finito, dovremmo toglierci gli abiti da lavoro, fare la doccia o pulirci mani e piedi, e poi rimetterci la veste lunga.
Nei giorni in cui i monaci si recano a lavorare negli hamlet delle monache o quando le monache si recano a lavorare nell’hamlet dei monaci, dovremmo naturalmente indossare le vesti lunghe quando siamo in viaggio. Tuttavia, prima di iniziare a lavorare, dovremmo toglierci la veste lunga e indossare l’abito da lavoro. L’ideazione di abiti da lavoro unisex che siano pratici, semplici e belli sarebbe di inestimabile importanza.
Ora le scarpe. Sappiamo tutti che le scarpe monastiche non dovrebbero essere fatte di pelle. Abbiamo bisogno di nuove scarpe unisex in tela di tessuto che siano belle e al contempo semplici, pratiche e comode. Lo stile di queste scarpe dovrebbe essere davvero nuovo, e non dovremmo copiare uno stile che è già stato usato nelle tradizioni passate. Dovremmo ideare un nuovo stile di scarpe con un aspetto più internazionale.
Poi dobbiamo pensare ai costumi da bagno per i monaci e le monache. Thầy ricorda che in India, ai tempi del Buddha, i monaci facevano spesso il bagno nei fiumi, nei laghi, nelle sorgenti termali e persino sotto la pioggia. Anche le monache facevano lo stesso.
Leggendo il sutra del Samidhi vediamo la classica immagine del giovane bhikshu Samidhi. In una calda mattina d’estate si recò al fiume, si tolse le vesti, le lasciò sulla riva e si gettò nel fiume per fare il bagno. Dopo aver fatto il bagno, tornò sulla riva e rimase ad aspettare che il suo corpo si asciugasse per potersi rimettere la veste. Ma a quel punto c’erano già altre persone sulla riva del fiume, forse anche donne. Nel caso del monaco Samidhi, c’era una deva. Lei gli si avvicinò e gli chiese perché, seppure così giovane con i capelli ancora neri, si era rasato la testa, aveva voltato le spalle alla vita mondana per cercare la felicità da qualche parte nel futuro, mentre altri giovani si dedicano ai tanti tipi di felicità del momento presente.
E se, in quel momento, il corpo del Venerabile Samidhi non si fosse ancora asciugato e non si fosse rimesso le vesti? Sarebbe stato molto sconveniente. Chi non si sarebbe sentito in imbarazzo? Il Venerabile Samidhi in questa occasione avrebbe sicuramente avuto bisogno di un costume da bagno per poter fare il bagno a suo agio nel fiume, nell’oceano, nei laghi e sotto la pioggia. Lo stesso vale per le monache.
Non sappiamo se il laico Anathapindika abbia mai pensato di disegnare costumi da bagno per i monaci. Ma sappiamo che la laica Visakha, conosciuta come la Madre di Migara (Migāramāta), una grande sostenitrice del sangha bhikshuni nel monastero di Migāramātupāsāda vicino alla città di Savatthi, ci aveva pensato. Lei sosteneva il sangha delle monache proprio come il laico Anathapindika sosteneva i monaci, e le monache la consideravano una madre.
Un giorno si recò presso il monastero delle monache sotto una pioggia battente e vide le monache che si lavavano sotto la pioggia senza nulla che le coprisse. Vedendo questo, ebbe l’aspirazione di offrire alle monache asciugamani e abiti da indossare per lavarsi sotto la pioggia. Nel sangha monastico del Buddha c’erano molti giovani, e il nostro sangha monastico oggi è simile.
Di solito, dopo i ritiri i monaci e le monache hanno la possibilità di andare in spiaggia, al lago o al fiume per praticare la meditazione camminata, la meditazione seduta, per fare esercizio o praticare uno sport e per fare il bagno. Poiché non abbiamo costumi da bagno, ci teniamo la veste corta per andare in acqua. È molto scomodo e può anche essere molto pericoloso. Per questo motivo dobbiamo ideare costumi da bagno per monaci e monache.
Se nel monastero dove attualmente risiediamo conosciamo un amico o un’amica laici con le capacità e il talento per ideare gli abiti da lavoro, le scarpe, il cappello o i costumi da bagno per i monaci, dovremmo chiedere a quella persona di aiutarci. Questo sarebbe un contributo inestimabile per il sangha, un contributo che porterà grandi benefici e meriti per molte generazioni.
Tra le molte proposte, potremo scegliere un modello per gli abiti da lavoro, un modello per il cappello e un paio di scarpe che siano adatti, semplici e comodi. Una volta scelti i modelli, ordineremo e distribuiremo il tutto all’intero sangha internazionale, anche a chi attualmente si trova in Vietnam. Anche Thầy li indosserà, insieme a tutti i suoi allievi.
Thầy si augura che questo progetto venga realizzato al più presto.
Il Vostro Insegnante,
Nhất Hạnh
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